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È chiamata la Versailles padana per le somiglianze che ha con la reggia del Re Sole alle porte di Parigi. Quella nostrana si trova a Colorno, a 10 chilometri da Parma.
La Reggia di Colorno è una sintesi di storie e di stili che rimandano ai signori che l'abitarono nei secoli e agli artisti che ne disegnarono, costruirono, decorarono gli ambienti. Il porticato lungo il lato dell'edificio affacciato sul torrente Parma è stato costruito sul finire del 1600 dal Bibiena. Mentre sulla facciata opposta, lo scalone che porta al giardino, è stato progettato da Petitot nella metà del Settecento. Come anche la Cappella Ducale di San Liborio, ordinata dal duca Ferdinando di Borbone. E ancora, le sale di rappresentanza del piano nobile sono decorate con gli stucchi di Antonio Boudard, mentre il pavimento in marmo policromo è realizzato su disegni della scuola di Petitot. Due salottini tappezzati con carte dai disegni esotici rimandano invece al gusto per le cineserie di Luisa Elisabetta, moglie di Filippo di Borbone.

Come molti altre residenze italiani, anche questa di Colorno nasce come Rocca: a trasformarla in palazzo nobiliare è Barbara Sanseverino, che, tra il Cinquecento e il Seicento, la arricchisce di opere d'arte (di Tiziano, Correggio, Mantegna e Raffaello) e la anima con una raffinata vita di corte. Le succedono (per dire il vero non in modo incruento) i Farnese con Ranuccio I e poi con Francesco che dà all'architetto Ferdinando Galli Bibiena ampia libertà d'azione con l'obiettivo di farla diventare una Reggia, alla maniera di Versailles. Sorgono allora (nel '700) le torri allungate e la Gran Sala delle feste e il giardino inizia ad assumere importanza: si costruiscono fontane e una speciale macchina idraulica nella Torre delle Acque per alimentare le fontane e gli automi della Grotta Incantata.

Ai Farnese succedono i Borbone, con don Carlos e il duca Filippo (1749) e comincia una nuova epoca di fasti, illustri ospiti e restauri al Palazzo e al giardino. Che portano quasi tutti la firma di Ennemond Alexandre Petitot, nominato architetto delle fabbriche ducali. Con Napoleone, il Palazzo viene dichiarato residenza imperiale, e dopo il Congresso di Vienna, è assegnato a Maria Luigia d'Austria, moglie dell'imperatore francese che fece ridisegnare i confini del nuovo giardino "romantico" non schematizzato, ma secondo natura. E fu proprio lei a scoprire, a qualche chilometro da Colorno, le acque di Tabiano e a fondare le omonime Terme.

Come arrivare

Raggiungete la Reggia Ducale di Colorno con la A1, uscita Parma Nord e SS 343 Asolana.

Dove mangiare

Al Vedel (via Vedole, 68 - Vedole di Colorno, tel. 0521.816.169). Un po' prima di Colorno, sulla statale 349, sulla sinistra c'è l'indicazione per Vedole che raggiungete attraverso una strada dissestata. Il Vedel è molto famoso per la buona cucina alla maniera di Parma e il servizio cordiale.

Dove dormire

Il Borgo (via Riboli, 4, Colorno, tel. 0521.312.320), tre stelle a 50 metri dalla Reggia.

Altro su: "Colorno - Parma"

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