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Giocare a fare i minatori? O gli speleologi? Oggi si può, al Parco di San Silvestro, 450 ettari di territorio nel distretto minerario di Campiglia Marittima, nella Val di Cornia, a pochi chilometri da Piombino. Quello di San Silvestro è un parco davvero strano, dedicato all'antica attività estrattiva di piombo, rame e argento, che qui si praticava già in epoca etrusca e fino a qualche anno fa. Il fulcro è l'ottocentesca Miniera del Temperino, un sotterraneo di 360 metri che si percorre con tanto di caschetti e torce, naturalmente con l'aiuto di una guida. In superficie, invece, partono sei percorsi archeominerari che conducono alla scoperta del Parco. Eccoli. La Via del Temperino in parte ricalca il percorso della ferrovia che trasportava i minerali nei primi anni dell'Ottocento e illustra le principali fasi di sfruttamento dell'area, quali pozzi, gallerie e discariche. La Via delle Ferruzze dall'uscita della Miniera del Temperino porta alle laverìe di Valle Lanzi. Si snoda lungo la linea dei filoni metalliferi e consente di osservare le principali emergenze archeominerarie dell'area, dalle imboccature delle miniere antiche e medievali alle cave a cielo aperto. I colori dominanti sono il giallo e il rosso delle discariche minerarie abbandonate e seminascoste dalla vegetazione. La Via dei Lanzi dalle Laverìe di Valle dei Lanzi, segue la valle fino al Pozzo Walter, posto sotto la Cava di calcare di Monte Calvi, dove si trova il più importante giacimento di galena argentifera del Campigliese. E' il percorso che meglio evidenzia gli interventi del periodo medievale e rinascimentale e anche il suo nome è un ricordo dei lavori minerari del XVI secolo: i minatori tedeschi erano infatti chiamati "i Lanzi". La Via dei Filoni Porfirici conduce invece lungo la linea dei filoni affioranti di roccia porfirica. Si snoda sulle pendici occidentali del Poggio all'Aione fino a toccarne una delle vette, da dove è possibile ammirare tutta la pianura del fiume Cornia fino al mare. Con la Via dei Manienti da Rocca San Silvestro percorrendo la valle dei Manienti si arriva al Villaggio industriale costruito dalla società Etruscan Mines agli inizi del secolo. Lungo il percorso, che segue i resti di una vecchia strada si incontrano alcune miniere medievali e i resti di antiche cave di marmo immersi in una splendida vegetazione. Con la Via delle Fonti dal Temperino si raggiunge il castello di Campiglia Marittima attraverso un piacevole sentiero nel verde tra fonti e i resti dell'acquedotto su archi che fornivano acqua a Campiglia. 
Sempre a piedi (ma anche in auto) potrete allungarvi fino a Rocca San Silvestro, un villaggio di minatori e fonditori di metallo sorto fra il X e l'XI secolo per sfruttare i ricchi giacimenti locali di rame e piombo destinati al conio nelle zecche toscane. Il castello era noto nel medioevo con il nome di Rocca a Palmento (dal palmentum, una macina rinvenuta nel frantoio sotto la chiesa). Un itinerario attrezzato vi accompagnerà attraverso l'organizzazione sociale ed economica, le abitudini alimentari, le tecniche edilizie e metallurgiche di una comunità medievale. Le strutture ricostruite ripropongono i tre cicli produttivi del ferro, del rame e del piombo. Sono inoltre state riprodotte la Bottega del fabbro, dove si osservano le varie fasi di manifattura degli oggetti in ferro e le strutture del conio medievale. Se avete tempo, interessante è anche la visita al borgo medievale di Campiglia, con la splendida Pieve romanica di San Giovanni e il Palazzo Pretorio, dove ha sede il Museo archeologico. Qui sono esposti i reperti provenienti dallo scavo archeologico della Rocca di Campiglia, manufatti e ceramiche che vanno dal XI al XVI secolo fanno da sfondo all'eccezionale ritrovamento di un'armatura trecentesca.

Notizie utili. L'ingresso del Parco è collocato in località Madonna di Fucinaia ed è indicato da segnali sulla SP20. Ci sono due aree di parcheggio lungo la strada provinciale in corrispondenza dell'ingresso (dove si può proseguire a piedi per circa 800 m, seguendo le indicazioni Temperino), e nell' area del Temperino. Subito all'ingresso del Parco, trovate una serie di edifici costruiti fra la metà dell'Ottocento e gli inizi del Novecento per le attività estrattive: completamente restaurati, ospitano il punto di ristoro, il centro visite (con informazioni, biglietteria e book shop). Da qui si accede ai Musei, che ospitano al piano terra una collezione di attrezzi da miniera, rocce e minerali del Campigliese e al piano superiore la documentazione relativa al villaggio di Rocca San Silvestro, con ricostruzioni e reperti archeologici che illustrano la vita quotidiana e il lavoro di una comunità medievale. Orario: da marzo il Parco è aperto sabato, domenica e festivi dalle 9 al tramonto. Da giugno a settembre il Parco è aperto da martedì a domenica 9/20; a luglio e agosto aperto anche lunedì. A ottobre il Parco è aperto sabato, domenica e festivi dalle ore 9 al tramonto. Da novembre a febbraio il Parco è aperto sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 16. Per informazioni: tel. 0565.838.680. Internet: www.parchivaldicornia.it/italiano/parcoss.htm

Come andare. La Val di Cornia si raggiunge da Livorno con la via Aurelia. Per il Parco dovete prendere lo svincolo di San Vincenzo Sud e seguire le indicazioni.

Dove mangiare e dove dormire

Per dormire scegliete un albergo lungo la spiaggia di San Vincenzo per abbinare alla visita al parco un eventuale bagno se la stagione ancora ve lo consente. L'Hotel Stella Marina, di nuova costruzione, si affaccia direttamente sul mare. E' dotato di ristorante dalla cucina tradizionale toscana. Aperto tutto l'anno. Hotel Stella Marina, via Costa, 9 - San Vincenzo (Li), tel. 0565.704.256, fax 0565 701.730.

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