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Una tradizione che ha novecento anni di vita (le origini arrivano dagli Arabi, anche se si pensa che la pesca sistematica al tonno fosse già praticata dai Fenici) e che mantiene intatto il sapore crudo e violento di un duello tra un gruppo di uomini e i fortissimi tonni, spesso dalle enormi dimensioni (il più grosso mai pescato pesava 647 chili).
La mattanza segue un rituale ben preciso stabilito dal Rais (oggi è Gioacchino Cataldo), capo della tonnara e un tempo anche capo assoluto del villaggio, indiscussa autorità civile e morale. Il Rais comanda senza parole ai tonnaroti i gesti, le preghiere, i canti (le cosiddette Cialome), che sono gli stessi da secoli.
Le barche escono in mare per posizionare le reti a formare un corridoio che il tonno percorre obbligatoriamente fino alla camera della morte, una rete a maglia molto fitta e spessa, chiusa sul fondo, nella quale i tonni rimangono intrappolati: lì, dietro ordine del Rais, ha inizio la mattanza, la loro uccisione.

Se la mattanza rende Favignana un'isola diversa dalla "solita" bellezza di spiagge bianche e mare turchese, il suo simbolo è sicuramente lo stabilimento Florio, 36mila metri quadrati con 700 dipendenti (per un paese di neanche 6mila abitanti). Qui i tonni venivano appesi a sgocciolare, tagliati, cotti a tranci in enormi calderoni su braci alimentate a carbone, tagliati ulteriormente, inscatolati (a mano, ovviamente) e poi passati nell'olio. Gli stagnini sigillavano i coperchi e poi si lavavano le scatolette che, prima di essere messe nelle casse, venivano controllate due a due: se suonavano male, venivano scartate.
Favignana è chiamata dalla sua gente La Farfalla perché in effetti, la sua forma è quella dell'insetto con le ali spiegate, costituite dalle due pianure, una a est e una a ovest; al centro il corpo, costituito dalla montagna che culmina con la vetta S. Caterina (302 mt) su cui si trova l'omonimo castello. Al centro del Mar Mediterraneo, Favignana è stata sempre un punto strategico e scenario di sanguinose battaglie; come quella, nel 241 a.C., in cui i Romani annientarono la temibile flotta cartaginese. Sembra che il nome di Cala Rossa venga proprio da questo conflitto e dai fiumi di sangue che vi furono versati.
Oggi l'isola con le sue case in tufo chiaro, le spiaggette, gli scogli, le cale e il suo mare incontaminato è un'ambita meta turistica, da frequentare dalla primavera fino all'autunno.

Notizie utili

Per qualsiasi informazione sulla Mattanza e le visite guidate allo Stabilimento Florio, contattare la Pro Loco di Favignana, tel. 0923.921647; e-mail: proegadi@tin.it; www.egadi.com/proloco/default.htm.

Informazioni

Consorzio Pesca, tel. 0923.873.200. Per visitare invece i fondali di Favignana, ci si può rivolgere alle guide subacquee della Coop. Egadi Mare: tel. 0923.922.550.

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