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Siamo genitori di una bambina di 8 anni che ovviamente non ha subito la vaccinazione antivaiolosa. Abbiamo sentito dal telegiornale che si è ripresentata in qualche zona dell'Africa in una nuova forma detta "vaiolo delle scimmie" (non ricordiamo la dizione scientifica). Vorremmo cortesemente sapere: 1) Se si consiglia di procedere alla vaccinazione; 2) Se esista un pericolo oggettivo di diffusione del contagio; 3) Se sono previste misure di igiene e profilassi nella odierna realtà multirazziale.

Il vaiolo delle scimmie (monkeypox) è causato da un ortopoxvirus, caratterizzato da una diffusione enzootica (cioè negli animali) nelle zone dell'Africa centrale e dell'est; il virus può essere trasmesso all'uomo e causa una malattia simile al vaiolo, caratterizzata da febbre, difficoltà respiratorie e lesioni cutanee di tipo vescicoloso. La malattia è meno contagiosa e meno grave del vaiolo vero.

La maggior parte dei casi si sono avuti nel Congo e in soggetti al di sotto di 16 anni. Si pensa che la popolazione del Congo possa essere contagiata in quanto il vaccino per il vaiolo, che proteggerebbe anche dal vaiolo delle scimmie, è stato sospeso già dal 1970. E' per questo che il vaccino del vaiolo potrebbe essere reintrodotto in qualche villaggio dell'Africa in occasione di epidemie di vaiolo delle scimmie. Il centro per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive dell'OMS dichiara che al febbraio 1996 si sono avuti almeno 511 casi di malattia. Venendo alla domanda, al momento attuale, visti i possibili danni derivanti dalla vaccinazione, credo che sia necessario esaminare caso per caso: quindi assolutamente non è consigliabile vaccinare un bambino che non ha occasione di andare in zone di epidemia. I rischi di contagio sono per ora limitatati solo a quanti si recano nelle zone del centro Africa come il Congo. In Italia non sono state prese misure di profilassi particolare nei confronti di questa malattia. Sono in corso studi epidemiologici da parte dell'OMS nelle zone interessate.