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E' tempo di Carnevale e le manifestazioni in onore di questa allegra festa sono numerosissime in tutt'Italia. Vi elenchiamo alcuni tra i più famosi carnevali italiani.

Dal Carnevale di Sauris in Carnia (dal 4 al 6 marzo 2011), uno dei più antichi dell'arco alpino, che vede protagonisti figure tradizionali, come il Rolar, mago e demonio armato di scopa che avverte il popolo di prepararsi per la mascherata, e il Kheirar, il re delle maschere, che orchestra lo svolgimento della festa (info: Apt Sauris, tel. 0433.860.76).

Al Carnevale della Mea di Bibbiena (Ar), prende origine da una trecentesca storia d'amore che vede la giovane lavandaia Mea, già promessa sposa di un tessitore, innamorarsi del figlio del conte Tarlati. La storia, finita con il rogo di un ginepro della pace, oggi viene rievocata con un corteo storico di dame, cavalieri e popolani in costume e balli, canti e musiche dell'epoca (info: Apt, tel. 0575.593.098).

Ad Arco, in Trentino, si rievoca il Carnevale Asburgico di tardo Ottocento, quando l'arciduca Alberto stabilì nel paese la propria residenza invernale: per fare familiarizzare il popolo con i regnanti, nel 1876 nacque il Carnevale che oggi si apre con un galà nel Salone delle feste del Casinò Municipale con figuranti in costume, musiche e banchetti della corte asburgica (info: Comitato Gran Carnevale di Arco, tel. 0464.519.636).

Il Carnevale di Castellamonte (Piemonte) ripercorre durante la domenica delle ceneri una leggenda secondo la quale nel XIV secolo la Contessa Isabella si fece mediatrice di pace tra l'aristocrazia locale e il popolo oppresso (info: Pro Loco Castellamonte, tel. 0124.582.106).

Altro Carnevale storico quello di Verres, in Valle d'Aosta (da martedì a sabato grasso), che ricorda la figura di Caterina di Challant, nobildonna che il 31 maggio 1449 osò scendere in piazza a ballare con il compagno Pierre d'Introd e il popolo. Le sue gesta rivivono il sabato grasso quando il personaggio di Caterina riceve dal sindaco le chiavi della città e, seguita dal corteo storico, si reca al castello per le danze (info: Comitato Carnevale Storico di Verres c/o Pro Loco, tel. 0125.929.550).

Risale almeno al XVI secolo il Carnevale di Bagolino (Brescia), con i Balarì che danzano (la domenica, il lunedì e il martedì grasso) per le strade seguendo antiche e complesse coreografie. Portano maschere tutte uguali, indossano vesti eleganti e si esibiscono al suono di chitarra, basso e violini. Li contrastano i Mascher, orribili maschere in abiti trasandati che fanno scherzi e sberleffi a chiunque incontrino (Ufficio Turistico Pro Loco, tel. 0365.999.04).

Due classici sono il Carnevale di Venezia (dal 26 febbraio all'8 marzo 2011) e quello di Viareggio (corsi mascherati il 20 - 27 febbraio e  6 - 8 - 13 marzo 2011). Il primo con numerose manifestazioni, che spaziano dagli spettacoli nelle calli e nelle piazze con marionette e artisti di strada fino alle antiche feste in abiti settecenteschi e le rievocazioni storiche, che si aprono con la Festa delle Marie, con cui si ricorda il rapimento, nel 948, di giovani spose da parte dei pirati istriani. Il martedì grasso si premiano le maschere più belle e si sceglie la Maria dell'anno (info APT: tel. 041.529.871.1). A Viareggio i grandi carri allegorici con temi attuali (quest'anno sono di scena la disparità tra Paesi ricchi e quelli in cui si soffre la fame, la genetica e la pace), politici e non, sfilano per il lungomare (info: tel. 0584 1840750).

All'insegna di una serrata battaglia di arance, che risale a metà Ottocento, quando si lanciavano gli agrumi dai balconi imitando il Carnevale di Nizza, è lo Storico Carnevale di Ivrea. Seguendo regole ben precise, oggi lo scontro si svolge sulle piazze del centro urbano e vede impegnati gli equipaggi delle pariglie e delle quadriglie (carri a due o quattro cavalli) e le squadre degli aranceri a piedi, con centinaia di tiratori. (info: Consorzio per l'Organizzazione dello Storico Carnevale di Ivrea, tel. 0125.641.521.

Più tranquillo il Carnevale di Santhià (Carvè come lo chiamano qui), con maschere locali, come Stevulin e Majutin; e la Cansun del Carvè, una canzone in dialetto che racconta e commenta i fatti accaduti durante l'anno. Il lunedì si prepara la fagiolata, con pane, salame, vino e fagioli, mentre il martedì sera si chiude con il Grande Rogo del Babaciu e fuochi artificiali (www.carnevaledisanthia.com).

Di origine antica anche il Carnevale di Fano (20 - 27 febbraio e 3 - 6 - 8 marzo 2011), nelle Marche: nel 1450 venne organizzato un palio di cavalli e asini alla fine del quale il vincitore lanciava dei dolcetti al miele. L'usanza di lanciare dolci si trasformò in una battaglia tra chi stava sui carri e gli spettatori. Il carnevale termina con il rogo del Vulòn, maschera tipica di Fano che viene bruciata il martedì grasso (Assessorato al Turismo, tel. 0721.887617/312; www.carnevaledifano.com).

Il Carnevale più antico e più lungo è probabilmente quello di Putignano, che inizia il 26 dicembre con il rito della Propaggine e termina il martedì grasso, quando viene organizzato il funerale del carnevale: dietro al catafalco, per le strade del paese, si muovono la moglie del defunto e diverse prefiche, fino al rogo del fantoccio (Fondazione Carnevale di Putiognano 080.4911532 ).

Infine, eccoci ad Acireale, i cui abitanti si vantano di avere il più bel carnevale di Sicilia e comunque uno dei più antichi. Inizia nel Seicento, quando il popolo si gettava uova marce per le strade. Si passò poi ai poeti popolari che improvvisavano rime in piazza, ai landò e alle automobili infiorate, ai giochi, come il tiro alla fune o l'albero della cuccagna. Oggi sfilano carri allegorici in cartapesta o decorati con fiori multicolori (appuntamento dal 19 febbraio all'8 marzo 2011, tel. 095.895.249).

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